Scopri il fiume Noce
Il fiume Noce nasce alla quota di 3.360 metri dal Corno dei Tre Signori in Alta Val di Pejo. Nel suo primissimo tratto non è però un fiume unico, ma è diviso in due rami: il Noce Nero, che scende dal Corno dei Tre Signori, raccoglie le acque di numerose
sorgenti e ferma momentaneamente la sua discesa nel lago artificiale di Pian Palù, e il Noce Bianco, che invece scende dalle pendici del Cevedale, gonfiato da tutta l’acqua raccolta nella selvaggia Val de la Mare. Questi due rami si fondono all’altezza di Cogolo per dare vita al Noce vero e proprio.
All’altezza di Cusiano dove si trova il Centro Rafting Ursus Adventures il Noce si fonde con le acque del torrente Vermigliana che scende dal Passo del Tonale raccogliendo tutte le acque che scendono dalla Presanella, la vetta più alta in territorio Trentino.
Il fiume acquisisce sempre più forza e vigore chiamando a sé le acque degli altri due grandi affluenti in Val di Sole: il Meledrio all’altezza di Dimaro e il tumultuoso Rabbies poco più a valle di Malé.
Circa 10 chilometri più a valle dell’abitato di Malé, il Noce crea una profonda forra attraverso cui andrà a gettarsi all’interno del bacino artificiale di Santa Giustina, inaugurato nel 1951 come la diga più alta d’Europa grazie al suo muro di sbarramento di 152 metri.
Prosegue poi il suo percorso lungo la Val di Non, creando spettacolari zone umide, e gettandosi nella Valle dell’Adige, dove conclude la sua corsa unendosi al fiume Adige all’altezza dell’abitato di Zambana, dopo un percorso di 105 chilometri.
Lungo il suo corso il Noce crea numerose aree di alta importanza naturalistica: in Val di Sole troviamo tre riserve locali (Mezzana, Piano e Malé) e un’area di conservazione speciale (Ontaneta di Croviana). In Val di Non, invece, uscito dalla diga di Santa Giustina, il Noce forma la spettacolare riserva naturale della Forra di Santa Giustina e, prima di gettarsi in Val d’Adige, quella della Rocchetta.
Sport fluviali sul fiume Noce
Il fiume Noce è tra i più importanti percorsi per gli sport fluviali d’Italia, sia per le sue difficoltà che per sua la lunghezza dei tratti navigabili che per gli incredibili paesaggi che lo circondano. Numerose sono le attività legate a questo fiume: il rafting, la pesca, l’hydrospeed, il tarzaning e la bicicletta con la quale si costeggia proprio questo torrente lungo la pista ciclabile.
Ma lo sport più famoso è sicuramente il rafting, ovvero un’avventura a bordo di un gommone galleggiante, navigando il fiume a colpi di pagaia. E perché è un’esperienza davvero unica?
Perché il National Geographic ha inserito il Noce tra i primi 10 fiumi al mondo per la pratica degli sport fluviali, e questo torrente è l’unico in Europa presente in questa speciale classifica!
Il rafting è un’attività adatta a tutti: alle famiglie prediligendo tratti poco impegnativi del fiume, ma è anche una meta ideale per i più esperti, che potranno trovare “pane per i propri denti” sfidando le gelide acque di questo corso d’acqua. Il Noce è un fiume di storia, paesaggi e biodiversità: il Parco Fluviale Alto Noce garantisce la gestione delle aree protette e dei suoi ambiti fluviali e affluenti.
Il Parco Fluviale dell'Alto Noce
Il Noce è un fiume di storia, paesaggi e biodiversità: il Parco Fluviale Alto Noce garantisce la gestione delle aree protette e dei suoi ambiti fluviali e affluenti.
Il Parco Fluviale dell’Alto Noce nasce nel 2015 con l’obiettivo di gestire e promuovere le aree protette e gli ambiti fluviali del fiume Noce (che in realtà è un torrente, ma nel linguaggio comune gli viene dato l’appellativo di fiume) e dei suoi affluenti, Vermigliana, Rabbies e Meledrio, farle conoscere nel contesto storico e ambientale in cui sono inserite per difenderne la biodiversità.
Il Parco fluviale si presenta dunque come una propagazione naturale tra il Parco Nazionale dello Stelvio e il Parco Naturale Adamello Brenta ed è proprio grazie alla sua istituzione che la Val di Sole può contare oggi su un territorio protetto, pari a circa la metà della sua superficie.
Obiettivo del Parco Fluviale è proteggere e valorizzare il territorio, il patrimonio storico e naturalistico dell’asta dell’Alto Noce, sviluppando attività economiche sostenibili a favore delle comunità locali e promuovendo una cultura ambientale in tutte le fasce d’età.
Il primo Presidente del Parco Fluviale Alto Noce dal 2015 al 2020 è stato Alessandro Fantelli, fondatore e gestore del Centro Rafting Ursus Adventures che si caratterizza oltre che per l’offerta di esperienze outdoor anche per l’attenzione alla tutela dell’Ambiente.
Le principali forme di vita
Scomparso o divenuto raro nei principali corsi d’acqua di fondovalle e nella maggior parte dei loro affluenti, a causa dell’alterazione degli ambienti acquatici nella seconda metà del secolo scorso, lo scazzone ha conservato popolazioni significative solamente in alcune acque di sorgente e in pochi ruscelli in Europa, ed è diventato un simbolo per la tutela del Noce. Non supera mai i 15 cm di lunghezza e la colorazione è sui toni del marrone o del grigio-verdastro con macchie più scure. È un ottimo indicatore di qualità dell’ambiente acquatico, poiché non tollera acque neanche leggermente inquinate.
Un’altra specie importante che possiamo trovare lungo il Noce è la trota marmorata (Salmotrutta marmoratus), che trova in particolare nelle aree umide e ripariali come l’Ontaneta di Croviana un habitat perfetto per la sua riproduzione. È un prezioso endemismo (quindi non la troviamo in nessun’altra parte del mondo) della pianura padano-veneta e della regione alpina meridionale.
La riproduzione avviene tra ottobre e dicembre, prevalentemente nelle zone con acque più tranquille, spesso legate alla vegetazione ripariale; infatti, nella risalita del corso d’acqua la femmina cerca aree con fondali ghiaiosi, a debole corrente e scarsa profondità, dove prepara un nido in cui depone le uova, che vengono poi fecondate dal maschio e ricoperte di ghiaia, per schiudersi dopo circa due mesi.
Scendendo lungo le rive del Noce è facile distrarsi osservando la spettacolare caccia di un martin pescatore o fermarsi a rimirare le insolite predazioni dell’averla piccola. L’avifauna svolge un fondamentale ruolo ecologico nell’ambiente fluviale e il fiume è un ambiente ricco di cibo e riparo in cui molte specie possono prosperare.
Il merlo acquaiolo, ad esempio, diffuso in tutto l’arco alpino, non manca lungo il Noce. È un abilissimo nuotatore e caccia gli invertebrati di cui si nutre nuotando o camminando nell’acqua del fiume. Il nome deriva probabilmente dalla sua grande affinità con l’acqua. Difficile infatti vederlo appoggiato su un ramo di una pianta. Per riposarsi si posa sui sassi o altri posatoi che emergono dall’acqua. Persino il nido non viene costruito su un albero, ma su un anfratto roccioso molto vicino all’acqua, quasi sempre dietro a una cascata o ad un salto d’acqua.