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Cambiamento climatico e Val di Sole, cos’è cambiato?
Hai mai notato che, in Trentino, l’inverno arriva un po’ più tardi ogni anno? Oppure che la neve sulle nostre montagne non è più quella di una volta? Non è solo una tua impressione: il cambiamento climatico è qui e sta trasformando il modo in cui viviamo la montagna, soprattutto in luoghi come la Val di Sole, dove natura e avventura sono il cuore di tutto.
In questo articolo ci tufferemo in una riflessione sui cambiamenti climatici che stanno impattando il Trentino e, più da vicino, la Val di Sole. Ti racconteremo cosa è cambiato negli ultimi decenni, come queste trasformazioni stanno influenzando la nostra valle e, soprattutto, ti parleremo di come Ursus Adventures sta affrontando la sfida, promuovendo un turismo sostenibile e un rispetto profondo per l’ambiente.
Pronto a scoprire come la natura sta cambiando e cosa possiamo fare insieme per proteggerla?
Allaccia gli scarponi (o il casco da rafting!), perché la nostra avventura comincia qui!
1. Il cambiamento climatico in Trentino
1.1. Un clima che cambia
Se ci pensiamo, il Trentino è sempre stato un luogo di clima “fresco”, con inverni innevati ed estati piacevolmente fresche. Ma negli ultimi decenni qualcosa è cambiato. Le temperature hanno iniziato a salire come se il termostato fosse bloccato su “tropicale”! Gli studi dicono che il Trentino ha registrato un aumento di circa 2°C rispetto ai tempi preindustriali, un incremento che nelle Alpi si fa sentire molto più che in altre parti del mondo. Un riscaldamento così forte che ci ha portato estati con notti tropicali (quando i gradi non scendono sotto i 20°C), ondate di calore sempre più frequenti e, purtroppo, meno nevicate in inverno. Insomma, le stagioni sembrano aver perso un po’ il loro equilibrio.
Ma facciamo un respiro profondo: tutto ciò non riguarda solo noi, ma tutto il nostro amato pianeta. Le montagne, però, sono particolarmente sensibili a questi cambiamenti, e il Trentino, purtroppo, non fa eccezione.
1.2. Effetti visibili nel territorio
Chiunque sia stato in Trentino negli ultimi anni avrà notato delle differenze: le nevicate, ad esempio, non sono più quelle di un tempo. Sotto i 2000 metri di altitudine, la copertura nevosa è diminuita drasticamente. Solo qualche decennio fa, era normale vedere le montagne bianche per buona parte dell’anno, ma oggi è tutto un po’ diverso. A Trento, tra il 1991 e il 2017, le nevicate sono calate di oltre il 36%. È come se la neve avesse preso un biglietto di sola andata verso quote più alte!
E poi ci sono i ghiacciai, che oggi, purtroppo, li vediamo ritirarsi sempre più velocemente. Pensa che i ghiacciai del Trentino, che durante la Piccola Età Glaciale (XVI – XIX) coprivano circa 123 km², oggi si sono ridotti a soli 32 km². È un po’ come se stessimo perdendo una parte importante della nostra identità montana. A questo ritmo, rischiamo di vedere alcuni di loro scomparire nei prossimi decenni.
1.3. Impatto sull’economia locale
Ora, veniamo agli effetti pratici. Come si traduce tutto questo nella vita di tutti i giorni?
Beh, il cambiamento climatico sta cambiando anche il modo in cui viviamo il Trentino. In inverno, per esempio, la stagione sciistica con neve naturale è diventata più corta. Meno neve naturale significa più impianti di innevamento artificiale, il che richiede più acqua ed energia. Insomma, per farla breve, non possiamo più contare solo su Madre Natura per le nostre avventure sugli sci.
E che dire dell’estate? Anche qui il clima più caldo porta sfide, ma ci sono anche opportunità! L’estate in montagna sta diventando una fuga sempre più ambita per chi vuole sfuggire alla calura delle città. Ma, attenzione, più turisti significano anche un maggiore consumo di risorse e nuove sfide legate all’overtourism. Insomma, gestire questa nuova situazione richiede un certo equilibrio.
E poi c’è l’agricoltura, un altro settore chiave per il Trentino. Le temperature più alte e le stagioni di siccità mettono a dura prova le coltivazioni e i pascoli. È sempre più difficile segare i famosi “tre tagli” per gli allevamenti, e la qualità delle colture risente di questi cambiamenti. Anche qui, insomma, bisogna adattarsi e trovare nuove soluzioni per affrontare il clima che cambia.
Quindi il cambiamento climatico in Trentino è una realtà che non possiamo ignorare. Ma allo stesso tempo, ci offre l’opportunità di rivedere come ci relazioniamo alla natura, per proteggerla e valorizzarla. Dobbiamo tutti fare la nostra parte, non solo per mantenere il nostro territorio vivibile, ma anche per continuare a vivere le avventure che tanto amiamo!
2. Il cambiamento climatico in Val di Sole
E proprio nel cuore del Trentino, incastonata tra maestose montagne, si trova la Val di Sole, un territorio ricco di bellezze naturali e tradizioni secolari, anch’esso impegnato ad affrontare le sfide di un clima in rapida evoluzione.
2.1. Gli effetti visibili in Val di Sole
La Val di Sole è una terra ricca di tradizioni, paesaggi mozzafiato e inverni che, fino a qualche decennio fa, sembravano perfetti per gli amanti degli sport invernali. Oggi però, questa valle, come altre aree alpine, è diventata un osservatorio privilegiato degli effetti del cambiamento climatico. Le nevicate? Non sono più quelle di una volta, e non è solo un modo di dire: il limite della neve continua a spostarsi più in alto, lasciando le quote più basse prive di quell’innevamento naturale che un tempo era garantito. Le stazioni sciistiche devono fare sempre più affidamento sull’innevamento artificiale, ma produrre neve non è così semplice. Serve acqua, energia, e condizioni climatiche favorevoli che, paradossalmente, a causa delle temperature più alte, si fanno sempre più rare. Insomma come nel resto del Trentino anche la Val di Sole deve fare i conti con alcune criticità.
Per chi è cresciuto con gli sci ai piedi, questa è una rivoluzione silenziosa ma potente. Pensate che solo vent’anni fa, a 1000 metri di altitudine, si poteva contare su una stagione di neve di circa 100 giorni consecutivi, con uno strato di almeno 30 cm di neve. Oggi, quelle condizioni le troviamo solo a quote ben più alte. La stagione sciistica si accorcia, e le località che non possono puntare sull’altitudine si trovano a fare i conti con una nuova realtà.
Ma non è solo lo sci a essere messo in difficoltà. Gli eventi estremi stanno diventando sempre più comuni. Il caso della tempesta Vaia del 2018 è un esempio lampante: in soli tre giorni, più di 350 mm di pioggia sono caduti sulla valle, accompagnati da raffiche di vento superiori ai 130 km/h, causando gravi danni alle foreste. Non è raro vedere alluvioni o frane in seguito a queste precipitazioni intense, che mettono a rischio l’incolumità di persone e infrastrutture.
Altro fenomeno visibile e importante è l’effetto del cambiamento climatico sui ghiacciai ed in particolare sul ghiacciaio del Presena, che sta affrontando una lotta dura contro il riscaldamento globale. Fino a pochi anni fa si poteva sciare anche d’estate mentre ora la sua superficie continua a ridursi. Negli ultimi anni, i teli geotessili hanno cercato di rallentare lo scioglimento estivo riflettendo i raggi solari, ma il ritiro non si ferma. Ora si parla addirittura di spostare le piste da sci più in alto.
Ma questi teli non sono la soluzione definitiva. Non solo sono costosi e adatti solo a ghiacciai “redditizi”, ma possono avere impatti ambientali significativi. Il materiale plastico rischia di inquinare l’ambiente, e richiedono combustibili per essere installati e gestiti. Il paradosso? Stiamo cercando di rallentare il cambiamento climatico con soluzioni che, in parte, lo peggiorano.
Già nel 2022, 40 esperti hanno lanciato l’allarme su questi interventi. Allora, la vera domanda è: possiamo davvero salvare i nostri ghiacciai con queste soluzioni temporanee, o dobbiamo affrontare il problema alla radice?
2.2. La biodiversità in Val di Sole è in pericolo?
Il cambiamento climatico sta lasciando un’impronta anche sulla biodiversità locale. Le specie vegetali e animali si stanno spostando a quote più alte, dove trovano temperature più fresche, ma questo porta a uno squilibrio degli ecosistemi. Le foreste che si spingono verso l’alto diventano più vulnerabili agli eventi meteorologici
Un altro effetto del cambiamento climatico è la presenza del bostrico, un insetto che colpisce gli abeti rossi. A causa degli inverni più miti e delle estati calde, il bostrico ha trovato condizioni ideali per diffondersi. In Val di Sole, però, i danni sono stati contenuti rispetto ad altre valli alpine, dove l’infestazione è stata più estesa. Il bostrico scava gallerie nella corteccia degli alberi, indebolendoli, ma grazie a interventi mirati, come la rimozione degli alberi colpiti, la situazione nella nostra valle è sotto controllo. Certo, è una sfida continua, ma la Val di Sole sta affrontando il problema con misure che proteggono le nostre amate foreste.
La Val di Sole è un territorio che vive di natura e turismo, ma i cambiamenti climatici stanno trasformando profondamente questo equilibrio delicato. Dai ghiacciai che si ritirano, alle nevicate sempre più rare e agli eventi estremi, ogni aspetto della vita in valle ne è colpito. Tuttavia c’è sempre spazio per l’azione e la sensibilizzazione: vivere la montagna significa proteggerla e rispettarla, ma anche saperla interpretare e darsi dei limiti.
3. L’impegno di Ursus Adventures per la sostenibilità
Da Ursus Adventures abbiamo una regola d’oro: vivere l’avventura rispettando la natura. Il legame con la Val di Sole non si limita solo a farci vivere giornate emozionanti tra montagne e fiumi: per noi, è una questione di amore e rispetto per il territorio. Ogni attività che offriamo è progettata per avere il minimo impatto ambientale, perché crediamo fermamente che si possa divertirsi senza lasciare tracce indelebili sulla natura.
Quando parliamo di rafting sul fiume Noce o delle escursioni mozzafiato nelle valli, ci impegniamo a proteggere l’ecosistema che ci circonda. Riduciamo l’inquinamento utilizzando materiali eco-compatibili, evitando l’uso di plastica monouso, e ci assicuriamo che ogni gruppo che partecipa alle nostre attività sia educato al rispetto dell’ambiente. Ogni nostro ospite impara a non disturbare la fauna locale e a preservare le acque limpide dei fiumi e torrenti, così che anche i prossimi visitatori possano godere della stessa bellezza incontaminata.
La nostra politica di rifiuti zero è un altro pilastro del nostro impegno. Ci assicuriamo che dopo ogni avventura non rimanga alcuna traccia del nostro passaggio. Niente bottigliette di plastica abbandonate o resti di snack lungo i sentieri: solo i nostri sorrisi e ricordi. Pratichiamo e promuoviamo il principio di “leave no trace”, educando i partecipanti a godere della natura senza alterarla.
Anche quando proponiamo nuove esperienze partiamo dalla sostenibilità. Un esempio concreto è il nostro paintball. Lo abbiamo costruito in maniera da essere completamente reversibile, utilizzando un container marino rivestito con il nostro legno di larice, facendo lavorare ditte locali e studiandolo in maniera che se un giorno lo dovessimo riconvertire a prato, in un attimo lo potremmo fare, senza lasciare traccia. Potrebbe sembrare un’attività come tante, ma da Ursus lo abbiamo trasformato in qualcosa di diverso. Il nostro campo da paintball è inserito perfettamente nell’ambiente naturale, senza alterarlo. I proiettili che utilizziamo sono completamente biodegradabili, fatti di materiali naturali che non inquinano né danneggiano il suolo. Anche l’allestimento del campo rispetta il paesaggio circostante, sfruttando ostacoli naturali come alberi e rocce, senza la necessità di installare strutture artificiali permanenti. Così, l’esperienza di gioco diventa un’occasione per divertirsi, ma anche per immergersi e interagire con la natura in modo consapevole.
Il nostro impegno si estende anche alla tutela attiva del territorio. Siamo coinvolti in iniziative locali di riforestazione e tutela della biodiversità, collaborando con associazioni e enti locali per proteggere le aree verdi e rigenerare le foreste della Val di Sole. Con il cambiamento climatico che mette a dura prova le foreste alpine, crediamo sia fondamentale agire subito per garantire che queste risorse naturali restino intatte anche per le generazioni future. Infatti nell’ultimo anno abbiamo piantato oltre 300 piante di specie robuste e tipiche della Val di Sole come prugnolo, coniolo, biancospino, sorbi, noccioli, betulle…
Questa filosofia ci accompagna in ogni decisione: dalle piccole scelte quotidiane, come usare materiali a basso impatto, a progetti più grandi, come partecipare attivamente alla protezione dei nostri amati paesaggi. Per noi, avventura e sostenibilità non sono concetti separati, ma due facce della stessa medaglia: più rispettiamo la natura, più possiamo godere delle esperienze straordinarie che offre.
Per scoprire tutto quello che facciamo per la sostenibilità leggi l’articolo dedicato
Per concludere…
… il nostro impegno va oltre l’offrire avventure mozzafiato in Val di Sole: vogliamo essere protagonisti nella salvaguardia dell’ambiente che tanto amiamo. La sostenibilità è il nostro viaggio quotidiano, e ogni piccola azione conta. Quando vieni a vivere un’esperienza con noi, stai contribuendo a proteggere le meraviglie della Val di Sole, affinché anche le generazioni future possano continuare a godere di questo angolo di paradiso naturale. Avventura e rispetto per l’ambiente possono (e devono) andare di pari passo!